Introduzione del mio libro:
"Discorrendo di Etruschi"
2005
Considerazioni di carattere generale sui beni culturali in Italia: Questo nostro paese possiede una delle molteplici caratteristiche che é quella di avere una storia infinita.Infatti noi possiamo tranquillamente dire che da noi c'è un arco temporale di storia che va dal preistorico all'era moderna. Dall'età della pietra all'era della plastica in un modo o nell'altro popoli di ogni dove hanno preteso di prendersi un pezzo d'Italia. Oggi ci provano addossandoci debiti economici o con gli esodi di migliaia di disperati dal nord Africa..Questo ha fatto si che lungo tutta la penisola, comprese le isole, questi insediamenti abbiano permesso che si depositassero sul terreno, uno sull'altro i resti di più "italie" nel loro frazionamento più antico. Se a questo aggiungiamo un clima medio temperato e variegato nel territorio comprendiamo il perchè di questa grande smania di conquistare questa penisola. La situazione storico artistica che ne è derivata è quella di un sito immenso da scavare. Questo per quanto concerne l'archeologia. Fuori dal terreno costruzioni di ogni tipo e di ogni tempo hanno permesso che mezza Europa, sia con elementi architettonici che artistici, potesse arredare case e palazzi. Edifici, aree abitative, necropoli, per anni rimaste abbandonate mostrano ogni giorno ceramiche vascolari e opere artistiche in misura tale da non poter facilmente essere quantificate. Reperiamo tanto l'etrusco che il medievale, il neolitico e il romano, il barbarico ed il generico antico. Ogni borgo, ogni chiesa riporta segni ed opere che lasciano spesso a bocca aperta, sia all'aperto che al chiuso, semmai di autore sconosciuto e non si paga mai il biglietto per accedervi.Qualcuno ha valutato che di sepolture etrusche ancora da scavare siano circa 500 mila, e questo soltanto fra l'Arno e il Tevere, immaginatevi il resto. Tutto questo, se avete compreso bene è proprietà dello stato italiano, cioè la nostra ricchezza, il nostro capitale. A quanto ammonta? Non è possibile saperlo a causa proprio della sua strabordante quantità. Si sa solo che è tanto e poi tanto. Non parliamo di pittura poichè con uno soltanto dei quadri di Michelangelo, o se vogliamo ad esempio del Caravaggio, potremmo dettare legge con qualunque paese. Figuratevi con monili d'oro a granulazione del VII sec a.C. Eppure ogni giorno, sui media, ci rimbecilliscono che abbiamo un debito pubblico enorme.Quella appena evidenziata non è ricchezza? Capitale ?. Il debito pubblico invece si deve pagare con le tasse.Tutto è accentrato e non si deve toccare. Tutto viene lasciato al deterioramento delle intemperie mentre ti assassinano se non chiedi il permesso per una nuova finestra nel centro storico di qualunque paesino. E' come vedere un barbone che steso per terra chiede l'elemosina perchè muore di fame ed è avvolto da un mantello di ermellino. E poi mi chiedo..:come è possibile che a Londra ed in America vi siano opere etrusche? Fino a quando continueranno a prenderci in giro con finte crisi economiche e debiti pubblici per impaurirci e spolparci??
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Nella nostra età si fa un grande
parlare di beni culturali, di arte e di storia. Siamo colpiti da quanto viene mostrato
sui media con documentari straordinari. In essi vengono esibiti tesori ed opere
d’arte appartenuti a civiltà scomparse migliaia di anni fa, e con ricostruzioni
magistrali in tre dimensioni, con l’ausilio della computer grafica, si riesce a
vedere come fossero le cose allora. Dietro a questo perfetto lavoro di
ricostruzione, che avviene comunque in tempi brevi, per la rappresentazione
delle dilatazioni temporali che essa vuole evidenziare, ci sono spesso immensi
sacrifici di persone che, mosse dalla sola passione per il passato, hanno
immolato anni e grandi capitali per raggiungerli.
Uomini spesso tacciati di
ladronerie impossibili e forse anche in parte vere, ma che tramite loro si è
preso coscienza che vi era un mondo del passato che doveva essere capito ed
interpretato per poterci insegnare il nostro presente ed il nostro futuro.
Uomini che stentiamo ancor oggi a
capire cosa li abbia mossi per spingersi negli angoli più remoti della terra,
fra le intemperie ed i pericoli di quei posti.
La comprensione di quello che può
essere stato l’antico splendore di un popolo, e le sue tradizioni che tanto
sono servite alle civiltà seguenti, è possibile soltanto se si è mossi dall’amore per la ricerca ed il
fascino del passato.
Quel qualcosa che io definisco “indefinibilmente
romantico”, che ci fa meravigliare di fronte ad oggetti che sono stati usati
2700 anni fa. Che ci commuove se vediamo uno scheletro di donna come se fosse
addormentato con tenerezza vicino ad un altro di un piccolo essere. La mummia
in evidente sonno eterno, nel cui scheletro si vedono ancora la pelle e perfino
i capelli. Persone che hanno vissuto un’esistenza piena di sensazioni uguali
alle nostre, dolori amore ed affetti simili se non più grandi dei nostri.
Allora ci prende un profondo rispetto
per l’intera scena che abbiamo di fronte e nulla ci può privare di quella
passione che ci attanaglia e ci spinge a cercare notizie su quello che stiamo
vedendo.
Ci soffermiamo come ammaliati
davanti alla tomba di due sposi che sorridono teneramente vicini e
dignitosamente sereni, come se fossero coscienti di ciò che avrebbero
rappresentato
Ecco quello che noi possiamo
ammirare, perché di ammirazione si tratta, è possibile grazie a coloro che
hanno sentito il filo che li legava al passato, quando il mondo, ancora, non si
domandava cosa fosse la storia. Hanno percorso la loro vita in funzione delle
antichità, repertando ciò che trovavano e lentamente hanno capito quello che
era il loro messaggio.
Tassello su tassello hanno posto
le fondamenta per quella che oggi si chiama Archeologia.
Questo immenso patrimonio
culturale per il quale non vi sono mai abbastanza parole per esprimerlo, è
stato preso in carico da studiosi di ogni epoca ed è pervenuto a noi attraverso
mani abili di scienziati che con onestà ed umiltà hanno lavorato e lavorano
ogni giorno.
Peccato però che insieme ad essi
vi sia chi ha capito troppo bene che questi tesori di cultura avrebbero potuto
essere potenti armi sociali ed economiche. Che avrebbero potuto essere usate
come moneta di scambio.Per questo lentamente hanno reso questa meravigliosa
scienza un’arte di pochi ed il divieto di molti, camuffando la preziosità con
la malafede e la prepotenza.
Questo libro, parlando in punta
di piedi, di Etruschi e della loro lunga esistenza, vuole evidenziare alcuni
aspetti che spesso vengono tenuti nascosti e che nulla hanno con l’amore per
l’archeologia etrusca. Discorrendo serenamente di questo popolo e delle sue
splendide usanze, ho voluto, inoltre, presentare una teoria su ciò che loro
ritenessero essere il futuro dopo la morte in funzione della loro vita terrena,
Uno studio fatto con i mezzi che mi è stato possibile usare fra i meandri di
divieti e sospetti per i quali fui
oggetto.
Spero, con ciò, di aver
comunicato con semplicità e sincerità il quadro un po’ più completo di quello
che è realmente l’etruscologia ed il suo studio, nonché di ciò che, ahimè, vi
ruota intorno.
FOTO ORIGINALE
DIPINTO DEL SOTTOSCRITTO
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